acufene nuova cura

Acufene: una nuova cura in arrivo

Acufene sta per arrivare una nuova cura.
L’acufene rappresenta un problema all’udito particolarmente diffuso, i dati ci dicono che a soffrirne è almeno il 15% della popolazione mondiale.

Ciononostante ancora non si sa esattamente da che cosa sia provocato.

Stiamo parlando del “fischio all’orecchio”, un disturbo banale per molti ma che rappresenta una condizione complessa, e che si manifesta in modi diversi da persona a persona.

Per combattere questi “rumori ” molto fastidiosi è stata  sperimentata con successo una nuova terapia che prevede la stimolazione elettrica della lingua: i risultati sono stati pubblicati su Science Translational Medicine.

L’insorgere dell’acufene, ha tuttora origini poco chiare così come la natura del disturbo: c’è chi sente (a un solo orecchio o a entrambi) ronzii, chi fischi, chi sibili, chi un rumore come di risacca.

Nei casi più gravi, questo disturbo può essere invalidante perché può provocare insonnia, depressione, ansia e stress.

Fatta la diagnosi lo specialista tende ad alleviare i sintomi con terapie di tipo farmacologico, strumentale (fisioterapia) e psicoterapeutico che aiutano il paziente a convivere con l’acufene.

La nuova terapia proposta dall’azienda irlandese Neuromod Devices Limited prevede, invece, l’utilizzo di due categorie di stimoli.

Ciascun trattamento dura circa 30 minuti e utilizza due strumenti: da un lato ci sono un paio di auricolari che riproducono un mix di melodie e di rumori bianchi (pioggia, mare, aereo, phon, aspirapolvere, ecc.), dall’altro una “linguetta” che va tenuta in bocca e che produce impulsi elettrici per stimolare la lingua del paziente.

Una sorta di distrazione per il cervello, in pratica.

Con due sedute al giorno di 30 minuti per quattro mesi, la terapia è stata sperimentata su un campione di 326 persone, quasi il 90% delle quali hanno riportato un calo nella gravità del loro acufene, con effetti benefici che si sono prolungati anche per un anno.

 

Condividi

Comments are closed.