Tra i vari tipi di “inquinamento” che limitano una vita ecosostenibile, uno ancora poco considerato ma estremamente diffuso è l’inquinamento acustico.
Per tenerlo sotto controllo e rendere i cittadini consapevoli delle sue dimensioni, l’Agenzia Europea per l’Ambiente – EEA ha creato un portale che riporta in tempo reale i livelli acustici medi nei Paesi aderenti e consente di visualizzare le aree a maggior inquinamento acustico diurno e notturno, con una mappatura specifica di strade, aeroporti e aree industriali nelle vicinanze di grandi città.
Per fortuna, anche in questo caso la natura ci viene in aiuto.
In una pubblicazione del 2018, la FAO segnala che il “verde” posizionato nelle aree urbane attorno agli edifici offre vantaggi ecologici in molti campi.
D’estate riduce le temperature estreme fornendo ombra e raffreddando l’aria, diminuendo del 30% il ricorso all’aria condizionata.
D’inverno, proteggendo le case dal vento, può aiutare a risparmiare l’energia utilizzata per il riscaldamento tra il 20 e il 50%.
Per tutto l’anno, giorno e notte, rappresenta una utilissima barriera contro il rumore.
La vegetazione assorbe le onde sonore prodotte da traffico, cantieri stradali e sirene delle ambulanze e le riflette con intensità diminuita fino al 20-30%.
Un semplice prato per esempio, con la sua superficie irregolare e flessibile a fili d’erba, può ridurre il rumore del traffico fino a due volte in più rispetto a una pavimentazione artificiale.
Di tutto questo ha tenuto conto l’architetto Stefano Boeri a Milano in un suo progetto architettonico la cui idea si basa proprio sui benefici delle aree verdi: il “Bosco verticale”.
Si tratta di due torri ricoperte di piante e arbusti, che equivalgono a una superficie boschiva di oltre 10.000 mq.
Il verde funziona contemporaneamente da filtro degli inquinanti, climatizzatore, da riparo contro il vento e da barriera antirumore, limitando l’inquinamento acustico proveniente dalla zona ad alto traffico in cui le torri sorgono.
Da Ci sentiamo dopo
