La percezione collettiva della difficoltà uditiva passa per le sue forme di rappresentazione, come quella del cinema.
Se i Simpson, la serie disegnata americana, rappresentano per la prima volta un personaggio sordo, Monk Murphy, è il cinema che dà una svolta al superamento dello stigma sulla sordità.
Il film “CODA – I segni del cuore” con Troy Kotsur, vede la premiazione Oscar del primo attore maschile sordo.
Nel 2020 Netflix ha mandato in onda Deaf U, un documentario statunitense che racconta le vite di alcuni studenti della Gallaudet University, college americano per sordi e ipoudenti.
Insomma, se la sordità è invisibile, non lo sono però pregiudizi e ghettizzazione.
La narrazione cinematografica svolge un ruolo fondamentale nella scelta del racconto che va a fare sulla sordità, sul tipo di linguaggio, sull’impatto emotivo che vuole imprimere.