Il Censis ha reso noti i risultati della ricerca “Sentirsi bene. Il valore sociale dell’audioprotesi”, dai quali emergono dati in crescita rispetto alla ipoacusia tra la popolazione italiana: l’età si configura come un fattore di rischio rilevante ma, più in generale, tra gli altri fattori di rischio di tutti i problemi dell’udito, hanno un forte peso anche quelli ambientali, legati all’esposizione ai rumori in ambiente di vita e di lavoro.
Secondo i dati raccolti dal Censis, nel nostro Paese il 12% della popolazione soffre di problemi di udito.
7,3 milioni di italiani, in aumento del 4,8% negli ultimi 6 anni (tra il 2012 e il 2018).
I casi aumentano secondo il Censis con l’aumentare dell’età, ma anche la fascia d’età 46-60 anni ha registrato una impennata.
In particolare, i dati raccolti ci dicono che si registra un aumento del:
– +12% tra gli over 80 rispetto al 2012
– +9,8% nella fascia 46-60 anni
Alla luce dell’invecchiamento della popolazione, il trend di crescita fa presumere che nel 2025 il numero di persone con un calo uditivo autodiagnosticato saranno 8 milioni, fino a toccare i 10- 11 milioni nel 2050.
Ci si accorge di non sentire più bene già nella quotidianità delle azioni più comuni, e alcuni disturbi risultano molto diffusi:
– il 54,7% degli italiani chiedono alle persone di ripetere ciò che hanno appena detto,
– il 45,5% ha difficoltà a percepire le voci sussurrate
– il 26,9% ha difficoltà ad ascoltare i programmi alla tv o alla radio.