I ragni non sono dotati di orecchie eppure hanno un udito finissimo, indispensabile per catturare le prede.
Un team di ricercatori dell’Università di Binghamton, a New York, ha recentemente dimostrato come alcune specie di aracnidi utilizzino le ragnatele come gigantesche orecchie, per sentire le vibrazioni provocate dalle onde sonore diffuse nell’ambiente circostante.
Queste vibrazioni arriverebbero quindi al ragno attraverso le zampe e l’animale, in questo modo, può sentire e individuare la direzione da cui proviene il suono.
Gli scienziati, per i loro test, hanno utilizzato un ragno piuttosto diffuso e noto per realizzare ragnatele molto estese, grandi fino a 10.000 volte l’animale stesso.
I ricercatori hanno diffuso nell’ambiente onde sonore di varie frequenze e con varie direzioni e hanno notato come la tela vibrasse all’unisono con le onde sonore. I ragni hanno inoltre dimostrato di percepire chiaramente da dove provenisse il suono, girandosi nella giusta direzione o avvicinandosi alla fonte sonora.
Grazie a speaker particolarmente piccoli posizionati agli estremi della tela gli scienziati si sono assicurati che le onde sonore arrivassero al ragno attraverso le vibrazioni del tessuto e non attraverso l’aria. E le orecchie?
Ciò che ancora non è chiaro è come i ragni utilizzino le informazioni che arrivano ai loro artigli sotto forma di vibrazioni.
I mammiferi e molti altri animali per esempio hanno speciali organi, i timpani, che convertono le vibrazioni dell’aria in segnali elettrici diretti al cervello.
Che cosa accada nei ragni, per ora è un mistero: gli scienziati non escludono la presenza di una sorta di orecchio, fino ad oggi sconosciuto, in grado di processare le informazioni che arrivano dalla tela.
Da Focus