Udito e comunicazione rappresentano un tema importante perché comprende la sfera della psiche, delle emozioni, del rispetto delle persone.
Udito e comunicazione si traduce in un legame imprescindibile con la nostra sfera relazionale, rete sociale cui facciamo riferimento, piano di emozioni che ricerchiamo in compagnia.
Perché udito e comunicazione siano due parole con un senso c’è bisogno del riconoscimento dell’altro come valore, quel qualcuno che voglio ascoltare, quel qualcuno al quale voglio rispondere.
Comunicare spontaneamente e sentirsi a proprio agio ha bisogno d’essere nutrito dalla fiducia e dal poter provare piacere in questa conversazione che abbiamo iniziato.
Comunicare non è faticoso se sei a tuo agio.
Il problema dell’ipoacusia minaccia, soprattutto per chi non riesce ad affrontare il problema con serenità e porvi un rimedio efficace, proprio la sfera della comunicazione, ponendo come problema il rapporto tra udito e comunicazione.
Acquisire consapevolezza dell’importanza dell’altro si traduce nel volerlo ascoltare.
La persona con problemi di udito si sente spesso in difficoltà a causa dell’ipoacusia, per questa ragione, quando parliamo con un ipoacusico, dovremmo cercare di abbassare i livelli di disturbo esterni, quali rumori di sottofondo, e cercare di parlargli ponendoci di fronte e non alle spalle così che possa aiutarsi con la lettura del labiale.
Affinché ci sia un buon dialogo e si allentino i problemi tra udito e comunicazione occorrerebbe rispettare i ritmi di comprensione della persona con difficoltà uditiva e incoraggiarla quando si notano miglioramenti, può aiutarla a convivere meglio con la perdita uditiva.
Semplici strategie di comunicazione possono rendere la conversazione più comprensibile:
- Parlare in modo chiaro e naturale senza coprire la bocca
- Mantenere un tono di voce adeguato alla problematica uditiva
- Riformulare con altre parole, se necessario
- Utilizzare frasi corte ma complete, senza sottintesi
- Utilizzare un linguaggio non verbale in supporto a quello verbale
- Scrivere se ci sono parole complesse o non italiane (per esempio orari, nomi di medicine,… )