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Aldo Mella, il cd “Udito” il suo nuovo lavoro

18 brani e quaranta collaborazioni, il contrabbassista Aldo Mella realizza il suo nuovo Cd “Udito” per la casa editrice “Claudiana”.

Il lavoro nasce da un’intensa attività scritturale laddove per un problema alla mano il musicista è rimasto nell’impossibilità di suonare per svariati mesi.

Un periodo difficile per chi come Mella ha sempre suonato, dagli Area negli anni ‘80 e ’90, a Rossana Casale e Stanley Jordan.

Parte dal jazz, Mella, ma a contraddistinguere Udito è eclettismo e cultura.

Tra il  2018-19 ha dato vita a ben sei nuovi album: Intervals I e Intervals II, con Franco D’Andrea Octet; Youlook Capitolo II; Italian Jazz Book con Maurizio Brunod e Gabriele Boggio Ferraris; Tumulto con Antonio Marangolo e Massimo Serra; infine Udito.

Un album, Udito, che  conosce diverse culture “Ho sempre nutrito un interesse particolare, sia per la composizione che per le musiche con diverse radici. Tutto sommato potrei dire che i miei progetti originali non hanno mai avuto un’impronta unicamente jazzistica, semmai il contrario.

Questo lo si può trovare già nei primi lavori come Mella & Allione Quartetto (DDD), del 1992, dove le sonorità spaziavano in molti generi diversi che ne esprimevano alcune peculiarità. Animalunga è a tutt’oggi un trio attivo, con cui ho registrato due album, Il mio posto nel mondo (DDE) e Market Polka (CosediMusica). La formazione vedeva nel primo disco Alberto Tafuri al piano, mentre nel secondo Fabio Giachino. La fisarmonica di Roberto Bongianino continua ad essere alla base della formazione. Ora il gruppo vive una nuova stagione con l’inserimento, al posto del pianoforte, della chitarra di Pietro Ballestrero e a breve penso registreremo qualche traccia per un’eventuale nuova produzione. L’altra formazione a cui sono particolarmente legato è senza dubbio Youlook. Un trio con una sonorità ed una potenzialità tra le più ricche che ho realizzato”.

“Come ho ben specificato nelle note di copertina del disco, Udito è nato da un forzato periodo di inattività sul mio strumento dovuto ad un grave infortunio all’indice della mano sinistra. In quei mesi il mio contatto con la musica è avvenuto esclusivamente attraverso la scrittura e l’arrangiamento. Per cui ho deciso di ripescare dalle mie composizioni molti brani, anche vecchi, ma che mi pareva avesse un senso orchestrare per diverse formazioni. Dopo alcuni mesi mi sono trovato per le mani circa sedici tracce che prevedevano l’uso dei più svariati strumenti. Da quel momento è scattata l’idea di provare a coinvolgere qualche musicista con cui mi è capitato di collaborare nei trentotto anni di attività musicale. A quel punto si è innescato un meccanismo a catena che ha fatto coinvolgere ben quarantasei musicisti.” (Fonte Jazz Convention – Flavio Caprera)

 

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