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Apparecchi Acustici Pregiudizi: Perchè imbarazzarsi?

Indossare l’apparecchio acustico è spesso un percorso emotivo e psicologico che ha bisogno di un po’ di tempo per metabolizzare il nuovo sostegno all’ipoacusia.
Il disagio è un retaggio culturale di tempi, diciamolo pure lontani e superati, in cui nascere con ipoacusia rappresentava un deficit sociale.

Perché ci si vergogna dell’apparecchio acustico?

Perché invece gli occhiali non sono un ostacolo sociale?

Eppure non esiste alcuna differenza, ciononostante, secondo una media europea soltanto il 20% di soggetti con problemi all’udito decide di indossare l’apparecchio mentre un buon 40% decide di farne a meno.

I moderni apparecchi acustici sono quasi invisibili e riescono a garantire una piena socialità senza alcun tipo di disagio estetico.

Ma è soltanto questione d’estetica? Soffrire all’udito in passato significava relegarsi alla non parola e diventare sordomuti, un handicap che aveva un triste decorso verso ciò che allora si definiva un’insufficienza mentale.

Da più di 70 anni le protesi acustiche riescono ad aiutare nella piena autonomia della persona che può ascoltare e parlare senza riportare segni differenziali rispetto alla persona che sente bene.

Fare i conti con la storia per superarla è un passo importante verso la propria liberazione da un problema che è già stato risolto.

Essere sensibili al tema significa attivare campagne di sensibilizzazione all’ipoacusia perché si debelli la prima forma di discriminazione, quella autoreferenziale.

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