I suoni che sentiamo regolarmente hanno una frequenza assidua dettata dal silenzio. Il silenzio seppur un rumore, lo sentiamo ma del tutto in un mondo visibile ma astratto. Se restiamo in silenzio, ovviamente non sentiamo nulla; quel nulla è rappresentato dal silenzio. Il silenzio un rumore astratto ma frequente che sente in ogni momento di pausa nella nostra attività quotidiana. Il silenzio può essere rappresentato come pura utopia, un’anomalia. Invece, no! Stare in silenzio a volte diventa una scelta: per una questione di quieto vivere o semplicemente stare in silenzio per evitare di discutere.
Nel momento in cui stiamo in silenzio, è perché abbiamo fatto una scelta. Una scelta nei propri spazi e ritmi della natura immergendoci sia in un silenzio esteriore sia interiore: un’immensa fonte di rigenerazione mantenendo la calma senza perdere l’equilibrio della pace interiore nel momento in cui decidiamo di stare in silenzio. Il silenzio deriva dalle esperienze tutte animate da una certezza: che il silenzio potrebbe essere la fonte d’ispirazione e di un continuo ascoltare il suono astratto che noi sentiamo in determinati momenti della nostra vita.
Il silenzio è assordante ma sicuramente il rumore più fastidioso e spesso ne acquisisce qualità negative: può esistere un silenzio benefico o un silenzio non benefico che può essere inquietante, intollerabile etc. Per analogia il silenzio potrebbe diventare anche una forma di comunicazione non verbale: ad esempio quando una persona normalmente parla molto rimane in silenzio per un lungo periodo di tempo e anche questo potrebbe diventare significativo in cui nostri neuroni rispondono in occasioni diverse mantenendo il proprio stato di riposo.