apparecchi acustici dopo la pandemia

L’uso degli apparecchi acustici dopo la pandemia

L’uso degli apparecchi acustici dopo la pandemia è  notevolmente migliorato; lo dimostra anche il fatto che il 71% di coloro che hanno un apparecchio acustico lo hanno acquistato a partire dal 2019 o successivamente.

Un momento critico e drammatico quello della pandemia, che ha coinvolto, con una caratterizzazione differente, anche il comparto degli apparecchi acustici.

Ma com’è cambiato l’uso degli apparecchi acustici dopo la pandemia?

Alla base di un cambiamento dei tempi c’è senz’altro lo sviluppo tecnologico, grazie al cui supporto, le persone hanno avuto la possibilità di affrontare i disagi maggiori legati all’ipoacusia.

L’uso quotidiano della mascherina in funzione protettiva del Covid-19 ha creato una nuova consapevolezza nelle persone che hanno riscontrato una certa difficoltà uditiva, questi soggetti sono corsi ai ripari quando hanno riscontrato la loro compromissione uditiva, e quello che hanno trovato è un comparto specializzato e competente.

La risposta del comparto degli apparecchi acustici post pandemia, in sinergia con audioprotesisti e ingegneri specializzati, è stata soddisfacente e professionale.

La ricerca EuroTrak 2022 sull’uso degli apparecchi acustici dopo il periodo pandemico ha messo in luce una nuova sensibilità delle persone sul tema dell’ipoacusia, seppur il pregiudizio sulla sordità rimanga molto forte.

La ricerca citata sugli apparecchi acustici post pandemia, rileva, ancora, nonostante con dati più rincuoranti, una scarsa consapevolezza di cosa sia la sordità.

E se il 50% degli intervistati EuroTrack sugli apparecchi acustici pensa che questa patologia non provochi altri danni collaterali, ecco che i professionisti del settore sottolineano l’urgenza di prevenire e comunicare sulla sordità.

In quest’ottica è indispensabile la collaborazione tra la figura del medico e dell’audioprotesista, oltre al continuo aggiornamento professionale.

Il comparto acustico si fonda sulla necessità del gioco di squadra.

Da superare ci sono due stigma importanti quanto antichi: quello della popolazione che fa fatica ad accettare il problema e la sensibilizzazione della classe medica.

Le parole chiave per il futuro sono allora: prevenzione, formazione e informazione.

Per tutte le informazioni chiamaci all’800 182 375

 

 

 

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