Il rumore è sempre mal tollerato dall’udito, ma così come divulga la rivista Focus, secondo uno studio degli psicologi statunitensi Rosemarie Sokol Chang e Nicholas Thompson, il rumore più insopportabile del mondo è il pianto di un bambino tra i due anni e mezzo e i quattro anni d’età.
Nonostante l’attenzione dell’udito umano verso tutti i suoni, l’udito umano sembra essere più sensibile a quelli emessi da un bambino che chiede attenzione rispetto ad altri rumori, anche se più fastidiosi.
Riportiamo l’articolo di Focus: “I ricercatori hanno chiesto a 59 volontari di risolvere una serie di semplici calcoli mentre ascoltavano alcuni suoni in cuffia. Fra questi, oltre al pianto del bambino, c’erano un normale dialogo fra due adulti, il rumore di una sega circolare, la voce di un adulto che cerca di imitare un bambino, o anche il silenzio assoluto.
Tutti i partecipanti, uomini e donne, che avessero figli o meno, hanno svolto il minor numero di calcoli e fatto il maggior numero di errori mentre cercavano di ignorare il pianto del bambino.
Sebbene insopportabile, però, il pianto di un bambino non fa ammalare. A differenza di alti rumori. 125 milioni di europei sono esposti a livelli di rumore eccessivi, collegati ogni anno a 10.000 morti premature, 43.000 ricoveri e ben 900.000 nuovi casi di ipertensione. Lo rileva l’Aea, che sottolinea anche che il primo responsabile dell’inquinamento acustico è il traffico, seguito (a molta distanza) da ferrovie e aeroporti.
Per sanare la situazione, nel 2002 l’Europa ha approvato una direttiva, recepita dall’Italia nel 2005, che prevede come primo passo la realizzazione di mappe che individuino le fonti di inquinamento sul territorio. Il nostro Paese è però indietro: in 10 anni, appena il 50% della superficie è stato valutato, con punte prossime alla copertura totale in Valle d’Aosta, Toscana e Marche, e inferiori al 5% in provincia di Bolzano e in Sicilia”.
Da Focus