Pitture, sculture e codici miniati si sono rivelati un ottimo mezzo per trasmettere e documentare il sapere musicale.
L’arte, che nel tempo ha sperimentato forme e stili differenti, ha saputo tramandare la passione dell’uomo per la musica e testimoniare l’evoluzione delle teorie e degli strumenti musicali nel corso dei secoli. Sin dalle prime civiltà mediterranee, statuine e vasi hanno inneggiato al tema.
Uno dei primi esemplari è il “Suonatore di lira”, una statuetta in marmo risalente al II millennio a.C. e proveniente dalle Isole Cicladi, che, raffigurando un uomo che suona la lira, ben testimonia l’utilizzo dello strumento musicale.
Di epoca medievale è, invece, il codice “Remède de fortune” del poeta e musicista Guillaume de Machaut.
Il testo è arricchito da interessanti e affascinanti miniature raffiguranti suonatori di strumenti musicali di vario genere: compaiono l’arpa, la tromba, il flauto a tre buchi, il tamburo, i naccheroni, la cornamusa… e tanti altri! Un ottimo documento artistico, sia per la varietà sia per la raffinatezza delle illustrazioni.
Molte volte è nelle opere d’arte a tema religioso che fanno la loro comparsa la musica e i suoi strumenti. Basti pensare ai portali delle cattedrali romaniche e gotiche con figure intente a suonare e cantare le lodi di Dio.
Per Michelangelo Merisi, il Caravaggio, la musica è una componente presente in molti dei suoi dipinti attraverso la raffigurazione di strumenti musicali: il “Suonatore di liuto” del 1597, esposto al Metropolitan Museum di New York, aspetta di poter dar vita alle note dello spartito anche con il violino, il flauto e il “virginale”, l’antica tastiera posata sul tavolo.
Via via gli artisti hanno interpretato il suono musicale secondo stili e visioni diverse e sperimentali, come il collage di vari materiali che Pablo Picasso ha usato tra il 1912 e il 1913 per realizzare una delle sue opere dedicate alla “Chitarra”.
Da “Ci sentiamo dopo”