comunità sorda

Comunità sorda è una comunità linguistica?

La comunità sorda ha un’identità propria sia culturale che linguistica.

Che la diversità culturale sia oggetto di discussione non è un fenomeno nuovo, tuttavia siamo portati a discuterne essenzialmente con riferimento alle minoranze linguistiche nazionali che, nel nostro Paese, per via della legge n. 482/1999, sono state individuate in dodici comunità stanziate in una specifica porzione territoriale, i cui membri ricorrono ad una lingua vocale differente dalla lingua italiana.

La comunità sorda può essere inclusa a quelle che definiamo “comunità diffuse”, non circoscrivibili in uno spazio geografico determinato e le cui lingue vengono definite dalla Carta europea delle lingue regionali o minoritarie come “non territoriali”?

In altre parole, le persone con disabilità uditiva possono essere prese in considerazione dalla società e dallo stesso legislatore non solo per il loro deficit, ma anche sotto il profilo della loro identità linguistico-culturale?

È doveroso partire dalla rappresentazione della disabilità e come la comunità sorda abbia risentito dell’influsso di fattori culturali e sociali che hanno dato origine di volta in volta ad atteggiamenti differenti.

È importante ricordare che non c’è nessuna identificazione tra deficit e persona, e che questa non equivale alla sua difficoltà.

Questa triste comparazione appartiene a quella che era la visione “medicalizzata” che ha riguardato anche la comunità sorda, una visione dell’essere umano, tesa a curare e a conformare le diversità indesiderate.

La prospettiva odierna, aderisce a un “modello bio-psicosociale” della che pone fra i suoi principi generali «il rispetto per la differenza e l’accettazione delle persone con disabilità, come parte della diversità umana e dell’umanità stessa».

Lo studioso Francesco Viola: «mentre gli esseri umani sono eguali, le persone sono diverse, perché le loro condizioni di vita sono molteplici. Sono uomini e donne, bambini, adulti e anziani, lavoratori e consumatori […]», persone con disabilità, individui con differenti identità.

«Tutte queste condizioni di vita sono costitutive della persona, sicché essa richiede di essere tutelata nel rispetto delle esigenze e degli interessi legati al suo particolare stato di vita […]». Pertanto, sebbene gli individui condividano molti caratteri, interessi e bisogni ? altrimenti non vi sarebbero comunità, né si potrebbero individuare valori e libertà da tutelare ? «[] il rispetto dell’essere umano in quanto tale assume, nei confronti della persona, un carattere multiforme […]»

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