beethoven sordita

Il caso Beethoven 

Nel 1802, su consiglio del medico, Beethoven si trasferisce per qualche mese ad Heiligenstadt, un sobborgo di Vienna dove può vivere in tranquillità, lontano dai rumori della città che potrebbero peggiorare i suoi problemi all’udito. Alla fine di quell’estate Beethoven scrive una breve lettera, originariamente pensata per i fratelli minori Caspar Anton Carl Nikolaus Johann, che costituisce una sorta di testamento spirituale, la sublimazione di un momento difficile della sua vita. Questo testo ha avuto una vita travagliata e viene ora proposto, in una nuova edizione critica, nel volume “Il testamento di Heiligenstadt e Quaderni di conversazione” (Einaudi) curato da Sandro Cappelletto, critico musicale. Il testamento, assieme ai taccuini che a partire dal 1818 Beethoven utilizza per registrare i suoi pensieri e per comunicare velocemente con i suoi interlocutori, rappresenta per lui una forma di terapia. È una testimonianza del potere salvifico che ha il trasferimento su carta del suo stato d’animo, in bilico tra la disperazione e la volontà di non cedere, nella consapevolezza che il dovere di un artista sia quello di mettere il proprio dono a disposizione degli altri – conclude Cappelletto.

Da Radio24

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