ipoacusia

Ipoacusia come trattarla con le protesi acustiche

Di ipoacusia, ovvero di riduzione della capacità uditiva, soffre oltre il 5% della popolazione mondiale: circa 466 milioni di persone.

Sono soprattutto gli over 65 anni, in questo caso parliamo di presbiacusia, a soffrirne a causa dell’invecchiamento delle cellule uditive, ma ci sono anche sempre più giovani e perfino bambini.

Purtroppo, l’ipoacusia è una patologia spesso sottovalutata che, se non curata in tempo, può trasformarsi in un vero e proprio handicap.

Per questo motivo, appena si ha la sensazione di sentirci di meno – e non, come spesso invece accade, dopo mesi o addirittura anni -, bisognerebbe sottoporsi a una visita otorinolaringoiatrica con otomicroscopia.

In pratica, lo specialista controlla il canale uditivo tramite un microscopio che permette una diagnosi precisa per valutare un’eventuale terapia.

La prima terapie è rappresentata dalle protesi acustiche.

Sono costose (dai 2 ai 3 mila euro l’una), ma hanno una tecnologia che permette di correggere in modo selettivo le frequenze interessate dal calo di udito.

Si tratta, quindi, di un trattamento mirato, che può dare un reale beneficio, al contrario dei semplici amplificatori disponibili in farmacia (costo circa 60 euro).

Secondo gli ultimi dati dell’OMS, il 50% delle persone tra i 12 e i 35 anni, ovvero oltre un miliardo di giovani, rischia danni all’udito a causa della prolungata esposizione a suoni forti, compresa la musica che ascoltano in cuffia o in discoteca.

L’ipoacusia, di solito, è la conseguenza di una lesione all’orecchio causata da traumi acustici.

Sono a rischio, per esempio, le persone che lavorano su strade (operai, vigili, ecc.) o i tecnici che eseguono risonanze magnetiche: tutti lavoratori che hanno l’obbligo di usare le cuffie protettive.

Sono, però, soprattutto i giovani a preoccupare di più gli esperti, dato che nel mondo, i casi sono in aumento.

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