Ferrara

Ospedale di Ferrara: cos’è il dispositivo Osia

È possibile restituire l’udito a coloro che sono piombati nella sordità più profonda.

Non si tratta di una lontana utopia, parliamo di Osia, un dispositivo realizzato al Sant’Anna di Cona di Ferrara, che attraverso un particolare impianto ’cocleare’ risulta tra i più avanzati a livello italiano.

Una vera e propria nuova frontiera della medicina che attesta il nostro hub provinciale, e in particolare il reparto di Audiologia.

Risale a qualche mese fa il primo intervento chirurgico effettuato con successo nelle settimane scorse dal team coordinato da Nicola Malagutti, dirigente medico di Otorinolaringoiatria.

Il Resto del Carlino lo ha intervistato:

Malagutti, di che tipo di intervento si tratta?

“Abbiamo avuto la possibilità di impiantare tra i primi in Italia e per primi nella nostra Regione un nuovo modello di protesi impiantabile all’avanguardia per la cura delle sordità di tipo misto denominato Osia. Il paziente trattato è giunto alla nostra osservazione in quanto la comune protesizzazione acustica non era più in grado di garantirgli un sufficiente supporto”.

Che tipo di percorso prevede un’operazione di questa natura?

“Dopo un accurato inquadramento audiologico e radiologico abbiamo deciso di proporre questo nuovo modello di protesi acustica perché specifico per le sordità nelle quali il decadimento del senso è legato sia a una perdita di funzionalità della coclea, sia del sistema meccanico di conduzione del suono dal timpano, attraverso la catena degli ossicini al liquido dell’orecchio interno”.

Questa protesi è interna?

“Osia ha una componente interna e una esterna. Si tratta comunque di uno strumento attraverso il quale il paziente recupera la quasi totalità dell’udito”.

Cosa lo rende così efficace?

“La peculiarità di questo dispositivo è che il suono viene generato dallo strumento impiantato sotto la cute dietro l’orecchio e trasmesso all’organo di senso con notevole efficacia direttamente attraverso l’osso. Il paziente esternamente porta solo un piccolo ricevitore-processore che attacca magneticamente attraverso la cute con estrema semplicità”.

Quanto costerebbe un’operazione come questa?

“Solo lo strumento costa circa diecimila euro. Dunque è un intervento particolarmente oneroso. Il vero passo avanti è stato il fatto che l’azienda ospedaliera abbia deciso di farsene carico totalmente, offrendo così ai pazienti una grandissima opportunità”.

 

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