otosclerosi

Otosclerosi: diagnosi e cura

L’otosclerosi, dal greco “oto” (orecchio) e “scler-o” (duro), è istologicamente una “Otospongiosi”, una malattia dell’osso nel quale è contenuto l’orecchio (Caspula Labirintica), caratterizzata da un suo rimaneggiamento con conseguente alterazione della sua struttura e conformazione (Osteodistrofia).

In genere è bilaterale e tende a colpire soggetti giovani con una frequenza doppia nel sesso femminile rispetto a quello maschile.

Prima causa di sordità, l’otosclerosi è una patologia non infiammatoria che si localizza nella capsula ossea labirintica.

L’otosclerosi è una malattia distrofica che, nella maggioranza dei casi, interessa entrambe le orecchie.

Sintomi dell’otosclerosi

A seconda del focolaio otosclerotico distinguiamo l’otosclerosi, il cui sintomo conclamato è l’ipoacusia, in tre diverse forme:

ipoacusia trasmissiva

ipoacusia mista

ipoacusia neurosensoriale

L’otosclerosi provoca sordità progressiva, in una fase iniziale monolaterale ma poi avanza su entrambe le orecchie e la condizione di gravidanza e allattamento possono accelerarne il processo a causa del flusso ormonale sul metabolismo osseo.

Altri sintomi della patologia sono acufeni

 otalgia 

otorrea

Cause dell’otosclerosi

È purtroppo ancora non nota la sua causa scatenante.

Gli studi indicano un meccanismo multifattoriale influenzato dalla genetica e quindi da forme ereditarie e fattori ormonali – metabolici.

Diagnosi

Gli esami diagnostici previsti sono due:

l’esame audiometrico tonale 

 l’esame impedenzometrico

Questi due esami sono volti a verificare l’origine della sordità in atto e servono a individuare il focolaio otosclerotico.

Cura

Sull’otosclerosi si interviene chirurgicamente oppure protesizzando l’orecchio

Le onde di pressione che costituiscono il suono vengono convogliate all’interno del condotto uditivo fino alla membrana timpanica.

Quest’ultima, sottoposta alla pressione sonora, entra in vibrazione e trasferisce questa vibrazione ai 3 ossicini a cui è collegata (martello, incudine e staffa).

L’ultimo degli ossicini (la staffa) a sua volta trasmette la vibrazione ai fluidi contenuti nell’orecchio interno.

Il movimento di questi fluidi va a stimolare alcune cellule specializzate che lo trasformano in un segnale elettrico.

Quest’ultimo viene inviato al cervello tramite il nervo acustico.

Qualsiasi lesione della membrana timpanica o degli ossicini produce una sordità detta di trasmissione, che è correggibile tramite interventi chirurgici.

Al contrario lesioni dell’orecchio interno o del nervo danno origine una sordità neurosensoriale che non può essere corretta chirurgicamente.

Esistono poi delle forme miste di sordità, con componenti di trasmissione e neurosensoriali; in questo caso soltanto la componente trasmissiva può essere corretta chirurgicamente.

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